Riabilitazione vestibolare

RIABILITAZIONE VESTIBOLARE

La vertigine e il disequilibrio sono sintomi molto comuni nella popolazione e sono spesso dovuti a lesioni che riguardano l’apparato vestibolare. Questi sintomi risultano essere molto penalizzanti per i pazienti che ne soffrono, infatti, ogni attività quotidiana viene intrapresa con paura e ansia. Quindi, la perdita dell’equilibrio non è più solo incapacità di stare in piedi o muoversi nello spazio, ma porta anche alla rinuncia delle attività quotidiane ed alla progressiva perdita del ruolo sociale per paura di farsi del male o per timore che i sintomi si presentino improvvisamente. Negli anni passati questi soggetti venivano trattati farmacologicamente nella fase acuta, con lo scopo di ridurre i sintomi della vertigine. I farmaci sebbene apportino sollievo nell’evento acuto, sono controproducenti nel favorire il processo di compensazione, aumentandone i tempi e riducendone l’efficacia. Essi, inoltre, dimostrano un effetto limitato, se non addirittura nullo, sui sintomi cronici della patologia, quali disequilibrio e oscillopsia; non potendo essere utilizzati per tempi lunghi, quindi risultano inutili per la prevenzione di crisi vertiginose future. Anche il paziente post-chirurgico di labirintectomia o resezione del nervo vestibolare, non può e non deve essere considerato “guarito” subito dopo l’intervento, in quanto la mancanza di informazioni provenienti dalla periferia lesa deve essere sostituita con gli altri input afferenti e quindi l’intero sistema deve essere riadattato. La riabilitazione vestibolare si prefigge come scopo quello di assistere, guidare e favorire i processi fisiologici di compenso attuati dal SNC. Tra i vari protocolli riabilitativi presenti in letteratura il metodo MCS rappresenta quello più innovativo, poiché non si limita a considerare gli aspetti relativi al vestibolo, ma adotta un approccio globale al paziente con turbe dell’equilibrio. Il trattamento riabilitativo deve essere quindi pianificato su tre livelli:
1 – Meccanico: rinforzo dei muscoli estensori antigravitari, mobilizzazione delle principali articolazioni quali caviglie e bacino. In questa fase il paziente agisce nell’ambiente;
2 – Cibernetico: interazione tra le prestazioni oculomotorie e quelle spinali: il paziente interagisce con l’ambiente;
3 – Sinergetico: integrazione delle prestazioni cognitive con quelle motorie.

PER QUALI PROBLEMATICHE SI USA

• Vertigine parossistica posizionale (labirintite)
• Disequilibrio nella sindrome fragilità strutturale
• Disequilibrio nell’anziano
• Ipofunzione vestibolare unilaterale non compensata
• Ipofunzione vestibolare unilaterale acuta

I SUOI EFFETTI

• Favorisce corretti compensi attivati dal sistema nervoso centrale(SNC)
• Recupero equilibrio funzionale
• Scomparsa o riduzione paura ed ansia cadute
• Miglioramento qualità di vita e recupero del ruolo sociale